"... Le norme. Il referendum del 1987 non impedisce che si riprenda un programma nucleare. Ma dopo tanto tempo servono nuove regole. Il governo (vedere l’intervista a Scajola a pagina 50) formerà una commissione di esperti e pensa di varare una legge delega su tutti i punti che vanno chiariti: dalla scelta della tecnologia all’individuazione dei siti, fino ai poteri di controllo, oggi in capo all’agenzia per l’ambiente...
La tecnologia. Il consenso nei confronti delle centrali di terza generazione (vedere il riquadro qui sopra) è molto ampio. La scelta è appoggiata dalla maggioranza di governo e dall’Udc. Al di fuori del Parlamento, sono a favore anche le aziende energetiche italiane e la Confindustria. “Dobbiamo scegliere la terza generazione” conferma a Panorama il vicepresidente dell’organizzazione, Antonio Costato, che giovedì 29 ha presentato il manifesto per l’energia degli imprenditori.Dal punto di vista operativo ciò significa la scelta o del modello Epr (European pressurized reactor), lo stesso tipo di centrali di terza generazione che si stanno costruendo a Flamalville, in Francia (entrerà in funzione nel 2012), con l’intervento operativo dell’Enel a fianco del colosso francese Edf, e a Olkiluoto, in Finlandia; oppure la scelta del sistema Ap 1.000, l’impianto realizzato dalla Westinghouse con il contributo della Ansaldo nucleare.Importante, secondo gli esperti, è che si scelga una tecnologia per l’insieme del programma e che tutto il processo, dalle turbine ai bulloni, sia garantito...
Quante centrali e dove? La scelta più difficile riguarda l’individuazione dei siti. L’obiettivo del governo è di coprire con il nucleare italiano almeno il 25 per cento del fabbrisogno di energia. Ciò significa quattro o cinque centrali da 1.600 megawatt (costo: 3 miliardi di euro l’una). Di conseguenza, anche i siti da individuare sono quattro o cinque. Quali?Quattro possibili aree ospitano le centrali esistenti e in via di smantellamento, a Trino Vercellese, Caorso, Latina, Garigliano...
Chi ci metterà i soldi. Le imprese energetiche italiane (e non solo) considerano un’occasione d’oro la possibilità di investire, costruire e gestire le centrali. Se è vero infatti che il nucleare è stato fermo in Italia, è altrettanto vero che l’Enel ha costruito e gestisce centrali in Slovacchia e in Spagna, mentre in Francia partecipa con il 12,5 per cento al progetto della Edf. La stessa Edf è azionista della Edison. L’Ansaldo energia (che presto dovrebbe essere quotata) ha costruito centrali in Romania, collabora con la Westinghouse e partecipa alla costruzione delle nuove centrali Ap 1.000. La A2A, grande utility milanese e bresciana, ha dato mandato alle università di studiare un piano. La Sogin smaltisce le scorie e smantella le vecchie centrali. L’Enea studia la fusione nucleare in un progetto europeo. Techint e Ansaldo Camozzi producono parti di centrali. La Del Fungo Giera Energia progetta... " [Fonte: Panorama]
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